Racconti di Viaggio: quando i piccioni diventano il tuo nemico n°1!

Per la serie le (dis)avventure del turista all’estero, oggi abbiamo deciso di raccontarvi qualcosa di speciale! Come ormai sappiamo bene, ogni volta che vado in un posto riesco a scatenare le risate incontenibili di Marty, al punto che sto quasi pensando di aprire una nuova rubrica sul blog!

Oggi parliamo di… piccioni!!! Il nemico di molti turisti. In certi luoghi sono un incubo costante! Ormai potrei definirmi lievemente picciofobo. E dire che sono davvero un grande amante degli animali…

Capiamoci, non ho nulla contro di loro! Una volta mi è capitato di ospitarne uno ferito e prendermene cura, ma questa è un’altra storia… La cosa che mi lascia perplesso di queste creature è la loro totale imprevedibilità (soprattutto quando imprevedibilmente rilasciano i loro “bisognini” sui passanti ignari del pericolo-.-).

Sguardo vacuo e assente, li si vede camminare tutto il giorno apparentemente senza una meta, tubando e svolazzando senza senso, mentre probabilmente pianificano il modo migliore per coglierti di sorpresa. Sono ovunque, su ogni monumento e in ogni angolo, se ne trovano a frotte, piccioni… piccioni senza fine…

Il mio ultimo incontro ravvicinato con i piccioni risale alla nostra visita agli Scavi Archeologici di Cuma. Amo l’archeologia, visitare ogni anfratto di un sito archeologico mi appaga in modo indescrivibile, ma questa volta un nemico furbo e inquietante già progettava di interferire con la mia esperienza storica!

A Tourist Abroad
L’ingresso della Crypta Romana

Arrivati alla biglietteria, mi sento come un bambino all’ingresso di un parco giochi. Percorriamo l’ingresso e ci addentriamo tra le meraviglie archeologiche di Cuma: mura greche, enormi archi di pietra che sfidano il tempo, tutto è perfetto e bellissimo. Ed eccoci arrivati in uno dei luoghi più famosi dello scavo: l’Antro della Sibilla Cumana. Sono emozionatissimo (e ignaro di quel che mi aspetta!).  Un luogo unico nel suo genere, che evoca in chi lo guarda una curiosità e un rispetto reverenziali. L’Antro sembra sepolto nel grembo della terra, davanti a noi si estende un lungo corridoio.

Ci addentriamo nel corridoio, ma c’è qualcosa che non va… Si sente un suono lugubre, sommesso, che fa da colonna sonora ai nostri passi. Che sia la voce della Sibilla Cumana? La leggenda narra che si oda ancora nella grotta. Eppure mi sembra di conoscere quel suono… dove l’ho già sentito?  Un tubare, un tubare sospetto che in qualche modo mi mette in allerta

Continuiamo a camminare, ma all’improvviso… da uno dei lucernari sui lati del corridoio un piccione piomba all’interno e ci sbarra la strada. Ci fissa. Io e il piccione ci guardiamo intensamente: ci troviamo in uno stallo alla “Il buono, il brutto e il cattivo” e io mi sento improvvisamente come Clint Eastwood. Nulla di preoccupante direste voi?! Anche noi la pensiamo così e dopo averlo superato con cautela (quasi strisciando contro il muro!), continuiamo sulla nostra strada.

All’improvviso sentiamo un fortissimo battito d’ali dietro di noi! Ci voltiamo di scatto ed eccone apparire un altro: anche questa volta non ci facciamo intimorire (non mettetevi mai tra Marty e un sito storico-mitologico, sarebbe capace di buttarvi per aria con la delicatezza di una mandria inferocita!) e continuiamo senza indugio (Marty letteralmente mi trascina) verso la fine del corridoio che porta nell’antro vero e proprio. Ma prima di poter arrivare al nostro antro ne sentiamo arrivare un altro e poi un altro ancora. Il rumore d’ali e il tubare rimbombano ovunque sembrano venire dappertutto. Li vediamo appollaiati un po’ ovunque, ci osservano… con il loro sguardo assente ci scrutano.

Riusciamo a visitare l’Antro della Sibilla Cumana abbassandoci ogni volta che uno di quei dolcissimi (!) pennuti plana bruscamente verso di noi e a ripercorrere il corridoio senza intoppi (e senza essere bersagliati dai loro proiettili naturali). La nostra (mia!) preoccupazione maggiore era quella di evitare di essere tumulato dagli escrementi di piccione: il mio abbigliamento non mi forniva una grande protezione, dal momento che proprio quel giorno avevo deciso di indossare un semplice cappotto (assorbente come un Pampers nuovo) e per di più sprovvisto di cappuccio. Usciti dal lungo corridoio sani e salvi (soprattutto “puliti”) proseguiamo nell’esplorazione del sito archeologico: mura, templi e giardini… ormai il peggio è passato! 

Ma noi, poveri illusi, forse abbiamo cantato vittoria prima del tempo! Ci troviamo di fronte all’incresso della Crypta Romana, una sinistra e gigantesca caverna dalle pareti in tufo, con l’entrata semi-illuminata (era quasi il tramonto ormai…). Ho quasi la sensazione che in questo luogo abbiano vissuto dei giganti. Ci fiondiamo all’interno emozionatissimi: siamo proprio come i personaggi delle fiabe che entrano in una caverna sconosciuta. Ma l’atmosfera fiabesca va a farsi benedire quando all’improvviso qualcosa si muove sopra di noi, il rumore d’ali è fortissimo.

 

A Tourist Abroad
Andando incontro al pericolo…

ANCORA PICCIONI!!! (Ma sono un incubo!)  Tre di queste adorabili creature svolazzano sulle nostre teste, spostandosi di trespolo in trespolo sotto l’enorme volta rocciosa. Il loro tubare, amplificato dalla caverna buia, ricorda molto le voci dei giganti, in effetti… Inquietantissimo! Anche questa volta non ci lasciamo scoraggiare e ci inoltriamo nel cuore della caverna.

Più ci incamminiamo e più il numero di piccioni aumenta (sembrava di essere in una piccionaia!). Questa volta, la tensione comincia a farsi sentire forte. Sentiamo tubare e svolazzare tutto intorno a noi, spuntano da ogni anfratto. A un certo punto realizziamo: siamo nel loro territorio e siamo circondati!!!  Li vedevo: complottavano, ordivano un malvagio piano per attaccarci. Guardo la mia compagna e mi sembra che anche il suo incedere non sia più così tranquillo. Come diceva il grande Gaber “sono astute le forze del male”. Aspettavano solo un nostro passo falso e… ci avrebbero Piccionato (proprio così! Proprio come fanno con i monumenti nelle piazze!).

Piccioni che complottano
Fonte della foto sconosciuta

A un certo punto inizia il trambusto: l’attacco è iniziato! Una miriade di piccioni volano in tutte le direzioni, Hitchcock aveva ragione: la rivolta è cominciata!!! Io e Marty ci copriamo per bene ci diamo alla macchia (Marty avvantaggiata dal comodissimo giubbino completo di un comodo e utilissimo cappuccio, mentre io con il mio inutile cappottino in assorbentissimo velcro, sprovvisto di qualsiasi protezione e senza equipaggiamento: un guerriero ne in battaglia senza armatura!). Arrangiandoci come possiamo, schizziamo veloci come Bolt verso la salvezza.

E questo è tutto. Nonostante l’adrenalinica visita alle due caverne, il sito archeologico di Cuma è davvero formidabile, ricco di fascino e di scorci mozzafiato. Per saperne di più sulmito della Sibilla, potete leggere il nostro articolo sul mistero della Sibilla Cumana. Consiglio a tutti di visitarlo, piccioni a parte, è un esperienza davvero unica, ne rimarrete “COLPITI”!!!  …piacevolmente intendo 😉

E voi? Che rapporto avete con i piccioni?

Alla prossima (dis)avventura,

Pier

9 pensieri su “Racconti di Viaggio: quando i piccioni diventano il tuo nemico n°1!

  1. Menti Vagabonde

    Che incubo, tutto ciò che vola mi fa impressione, non mi spiego il perché. La prima volta che sono andata a Venezia, molti anni or sono 😉 vendevano il mangime da dare ai piccioni, io ho fatto le classiche foto con piccioni che volavano a destra e a manca, quando le riguardo rabbrividisco…sarà da allora che scappo? Mah!

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  2. Io potrei tranquillamente dire di odiarli. Non arriverei al punto di far loro del male, per carità, ma ricordo ancora il cortile di casa di mia nonna, con il rumore del loro battito d’ali e quel verso inquietante… E poi una volta, in gita a Ferrara: avevo una bellissima giacca di renna e ti lascio solo immaginare in che stato fosse dopo i “ricordini” lasciati dai cari pennuti 😱

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    1. Non parliamo dei gabbiani! xD Qualche giorno fa siamo stati sul lungomare per dare da mangiare alle paperelle, improvvisamente dal cielo è sceso un intero stormo di gabbiani che voleva rubarci il cibo per le papere dalle mani… sembravano vedette cattivissime e tenevano lontane le papere! Ma questa è un’altra storia… prima o poi costringerò Pierlu a raccontarla! 😀

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      1. ricettedacoinquiline

        No, a Napoli, tra l’altro in un vicolo stretto (manco fosse il Monopoli) e non potevo scappare da nessuna parte… Mi fissava pure

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